Penisola di Gower
(Wales),
10-11 agosto 2007.
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Nuova avventura dei nostri intrepidi eroi Lu e Lo alla scoperta di un altro spicchio
di mondo. Lo e' in visita da Lu a Oxford, che sta contando le piantine in giro
per l'Inghilterra per conto del CEH («Ma come, io lavoro a uno dei più lunghi
survey mai condotti nella storia dell’ecologia e tu lo chiami contare le
piantine???»). Lui fa fisica alla Bodleian library, mentre lei se la spassa
sotto la pioggia in giro per la campagna. Si decide di affittare una macchina
(il costo e' confrontabile con i costosissimi e scomodissimi mezzi pubblici
inglesi). Dietro l'ottimo consiglio di Martin, un collega di Lu, decidiamo di
visitare la penisola di Gower, in Galles, appena sotto la citta' di Swansea. Ci
presentiamo all'AVIS, e via di corsa con una Fiat Punto nuova fiammante. Si
attraversa la monotona campagna delle midlands. Come avra' gia' spiegato a Lo
per almeno dieci alla venti volte, Lu descrive il suo senso di angoscia per la
campagna inglese tutta uguale e ...alla fine della pianura non c'e' nulla,
neanche una montagna o un mare. «Provoca molta angoscia» conclude Lo, che ormai
ha imparato la manfrina a memoria. Appena attraversiamo il confine con il
Galles, alla citta' di Gloucester, la campagna migliora notevolmente con
pizzute colline costellate di boschi. Lu guida, visto che ha gia' esperienza
della guida inglese, grazie alla sua quotidiana guida dell'enorme SUV del CEH
(perché notoriamente Lu adora i SUV). Nonostante i suoi tragici trascorsi con
la sua scassatissima Uno, che ha scalato le più aspre montagne italiche, Lu
decanta entusiasta le caratteristiche della Punto, finche' le sue lodi si
spengono gorgoglianti in una quasi bestemmia: neanche dopo 100 miglia gia' si
accende una misteriosa spia che indica un fantomatico guasto. Dopo un'ora di
telefonata, ascoltando un gracchiante adagio di Albinoni, riusciamo finalmente
a parlare con una persona del servizio di assistenza che ci fornisce la
delucidante spiegazione che la spia si riferisce ad un "generico
guasto". Decidiamo di ignorare la spia, e (dopo che Lu ad un semaforo
imballa la macchina e deve riaccendere il motore), la spia si spegne: e'
proprio vero che con la dolcezza si ottiene tutto! Ci aspettiamo un sacco di
gente per il weekend, quindi decidiamo di fermarci a un Sainsbury a fare la
spesa, in modo da essere completamente autonomi, se vogliamo imboscarci da
qualche parte. A Swansea troviamo infatti una fila eterna, ma per fortuna era
solo creata dai lavori in corso: allora non e' solo in Italia che si riparano
le strade per le destinazioni turistiche nei weekend di agosto! Per fortuna,
svicoliamo rapidamente su una stradina secondaria e ci troviamo ben presto nel
mezzo della campagna, non prima di aver visto in uno stagno di un parco delle
barchette per bimbi a forma di cigno, drago, ecc (foto). Sembrano uscite da
Petzi in Pingonesia! Lo vorrebbe farci un giro, ma Lu e' impaziente di vedere
il mare. Ci troviamo ben presto sull'altopiano di Gower, dove ci dobbiamo
fermare per fare attraversare le mucche (foto). Grazie alla guida che Lo aveva
comprato il giorno prima (ovviamente su richiesta di Lu, che per una settimana
intera ha dovuto ricordargli ogni giorni di comprarla), decidiamo di dirigerci
all'estrema punta della penisola, Roshili, da cui, pare, parte la camminata
piu' spettacolare della penisola, del Galles, del mondo intero, dell'universo.
Dopo ben sei ore di macchina, quando ormai i nostri sederi sono plasmati a
forma di sedile, possiamo scendere dalla macchina. Capiamo subito che ne valeva
la pena: ci sono scogliere piene di verdissima erba e bianchissime pecore a
picco su un oceano verde bottiglia, sotto uno spettacolare cielo azzurro con
nuvole bianche che corrono veloci. Ai piedi della scogliera c'e' una
lunghissima spiaggia. FANTASTICO! Ci fermiamo a mangiare in pizzo ad una
scogliera. Lu fa mangiare a Lo tutta la scatola di hummus e peperoni, che lui
ha avuto la malaugurata idea di comperare: ora gli tocchera' sentirsi tale
succulenza andare su e giu' tra esofago e stomaco per il resto della sua vita.
Poi ci dirigiamo a vedere le scogliere. Alla punta estrema della penisola c'e'
un'"isola" (le virgolette servono a ricordare che, come scopriremo,
tale isola non e' sempre un'isola!). Si chiama Worm Heads island, non perche'
e' a forma di verme, ma perche' e' a forma di drago, che (spiega la guida) in
inglese arcaico si diceva "wurm". In pizzo alla scogliera c'e' una
stazione di avvistamento dove panciuti pensionati scrutano il mare con enormi
binocoli per controllare che non succedano tragedie e per verificare che
nessuno rimanga bloccato sull'isola dall'alta marea. Sembra strano che questo
possa accadere, visto che ci sono cartelli ovunque che spiegano che la bassa
marea permette di raggiungere l'isola solo per 5 ore alla volta e che e'
pericolosissimo cercare di attraversare a nuoto: «Deaths have occurred»,
recitano tutti i cartelli, e questo è vero terrorismo psicologico! Sotto il
piccolissimo quartier generale dei panciuti baywatch in pensione c'e' la
tabella delle maree. L'isola sara' raggiungibile tra le 22 e le 3 di notte,
oggi. L'idea di dare questo utile e semplice lavoro ai vecchietti non e'
affatto male e loro si sentono tutti importanti, con le loro divise gallonate,
a dare istruzioni e spiegazioni ai turisti. Proseguiamo lungo la costa e lo
spettacolo e' veramente notevole: chilometri di scogliere a picco e una piccola
insenatura protegge una seconda spiaggetta. Lo vorrebbe andare a dormire li'
(ci siamo portati la tenda), ma Lu preferirebbe la scogliera: secondo voi, come
andra' a finire? Dopo la visita alle spettacolari scogliere, ci si dirige alla
spiaggia principale, armati di aquilone e giacca a vento. Il mare e' gelido, ma
alcuni bimbi si fanno il bagno incuranti. Lo si ricorda di quando da bimbo se
ne andava tranquillamente a fare il bagno nell'Oceano Pacifico mentre sua mamma
congelava delicatamente sulla spiaggia. Camminiamo a lungo e facciamo anche volare
l'aquilone, anche se, come al solito, il vento crolla vistosamente appena
l'aquilone viene tirato fuori. Mentre Lo fa show-off per Lu che lo immortala
pilotando il suo fedele aquilone in mezzo al mare con le scogliere di sfondo,
il vento cade del tutto e l'aquilone pure: in mezzo al mare! Ora decidiamo che
e' venuto il momento di cercare un posto per la notte. Verso le 18-19, ora di
cena inglese, tutti i numerosi turisti svaniscono a vista d'occhio e ben presto
Lu e Lo si trovano tutte le scogliere per loro. Dopo un accurato sopralluogo in
contatto radio (non c'e' un posto in piano neanche a scavarlo con la dinamite),
Lo trova un posto discreto che dovrebbe anche essere riparato dal vento.
Ceniamo rapidamente con lo sguardo che spazia l'infinito Oceano Atlantico
seduti sull'orlo di una scogliera, mentre Lu si studia accuratamente tutte le
piantine. Purtroppo trova una rarissima Spirantes aestivalis (o qualcosa del
genere) e lancia strilli acutissimi ogni volta che Lo poggia con delicatezza le
sue mastodontiche estremita' podali sul manto erboso: «Non pestare gli
eliantemi, non pestare le poligale!». Abbiamo letto con cura tutti i miliardi
di cartelli della zona, e non c'è scritto da nessuna parte che è vietato
campeggiare. Ciononostante si decide di bivaccare. Chissa' che le nuvole, che
continuano minacciosamente ad aumentare, non se ne vadano lasciandoci vedere le
stelle? Infatti, nel giro di dieci minuti inizia a piovere. Decidiamo
ottimisticamente che smettera' presto e per fortuna cosi' e'. La tenda viene
usata solo come telo su cui stendersi (il catino) e come telo per riparare gli
zaini (ed eventualmente noi). Dovete sapere che, per Lu, le persone si dividono
in tre categorie: ladri, stupratori e assassini. Alcuni ladri sono anche
stupratori e alcuni stupratori sono anche ladri e assassini. Appositamente per
questo giro viene istituita una nuova categoria: gli squilibrati. Nonostante le
continue rassicurazioni di Lo che non c'e' uno squilibrato nel raggio di
milioni di chilometri (e anche se ci fosse, non verrebbe certo qui di notte),
Lu veglia in attesa di essere derubata, stuprata, assassinata e fatta oggetto
dei lazzi di uno squilibrato. Lo, invece riesce a dormire quasi fino all'una,
quando viene svegliato dal sonoro ronfare di Lu che non e' stata ancora
assassinata e, certa dell’assoluta invisibilità del loro
mini-accampamento, si è messa l’animo in pace e dopo 4 ore di veglia si è
addormentata. Tutto d'improvviso il cielo si apre e per un istante si vede una
stellata spettacolare: niente inquinamento luminoso qui! La Via Lattea si
staglia nettamente dividendo il cielo in due, passa una enorme stella cadente e
anche un grosso satellite. Che sia la stazione spaziale? Proprio in questi
giorni vi sta approdato lo Shuttle Endeavour. Dopo cinque minuti il cielo si
copre di nuovo e dopo poco inizia la pioggia battente: questa volta non accenna
minimamente a smettere e ben presto il telo della tenda, con cui ci copriamo
approssimativamente, inizia a filtrare acqua. Lo inizia a imprecare mentre Lu,
serafica, dice che cosi' e' ancora piu' romantico. Grande Lu! Questa e' grinta!
Quando ormai Lo ha quasi deciso di uscire dal bozzolo caldo del sacco a pelo
per montare la tenda, la pioggia smette di colpo e si alza un vento fortissimo
che asciuga tutto nel giro di dieci minuti. I nostri eroi possono quindi
continuare a dormire imperturbati o quasi. La mattina presto, Lo esce dal sacco
a pelo e va a farsi una passeggiata per farsi passare il mal di schiena. Lu
ronfa allegramente ancora a lungo, grazie alla stanchezza accumulata per la
veglia nell'attesa di essere assassinata la sera prima. E' completamente
imbacuccata per evitare la luce del sole: sembra un colorato bruco in mezzo
alla scogliera dominata dai colori plumbei (foto) del cielo coperto e dello
scuro oceano. Lo lascia a Lu una radio per farsi chiamare se lei si sveglia
(sbagliato: le lascia la radio perché Lo ama giocare con le radio, è il suo
passatempo preferito!) e se ne va a fare una passeggiata lungo l'Oceano. I
colori cupi del cielo si riflettono nell'Oceano. Quando Lu solleva la sua
rinfrancata carcassa, si decide di fare colazione in faccia all'Oceano. Non
c'e' ancora anima viva e abbiamo tutte le scogliere per noi. Mentre Lo si da'
da fare ad aprire il cartone del latte per poterci inzuppare i brownies, Lu si
agita: ha visto qualcosa in mezzo al mare. Lo, che anche aveva visto qualcosa
poco prima, aveva deciso che era un tronco. Lu pero' insiste che non e' un
tronco. Lo si convince, prende macchina foto e radio (sempre perché Lo ama
giocare con le radio) e si precipita giu' dalla scogliera di corsa. Grazie alla
guida radiocomandata di Lu appollaiata in cima alla scogliera, trova il posto
giusto. Ad un certo punto dal mare spunta una faccia grigia e rotonda, a venti
metri da Lo. Lo non riesce piu' a parlare e chiama Lu via radio: "Fucia!
Una Loca! NO: Locia! Una fuca! No: Lucia! Una foca!" Anche Lu si precipita
giu', mentre Lo si da' da fare a scattare foto con la macchina di Lu (foto),
mangiandosi le mani fino ai gomiti perche' ha lasciato in auto la sua macchina
con obiettivo 35x e stabilizzatore d'immagine. La foca e' altrettanto
incuriosita e studia con attenzione quell'ebete che la osserva precariamente
appeso ad una scogliera, incurante degli spruzzi d'acqua. Ora arriva anche
un'altra foca e le due, perso interesse per il suddetto personaggio, si danno
da fare a focheggiare davanti a noi. Poi torniamo sulla scogliera a finire la
colazione, guardando da lontano le nostre amiche foche che si divertono sotto a
noi. Dopo aver smontato il mini-campo, ci dirigiamo verso l'isola di Worm. Man
mano che ci avviciniamo, l'isola diventa sempre meno un'isola, finche' ad un
certo punto possiamo camminare fino li' senza neanche bagnarci i piedi. Come
spieghera' a Lu uno dei baywatch in pensione, la marea e' di ben 11 metri e
lascia scoperta una vastissima zona tra la terraferma e l'isola. I nostri eroi
si avventurano passeggiando amenamente sui fondali marini, di solito sommersi
da una decina di metri d'acqua. Sull'isola c'e' il solito cartello con una
campana (foto) da suonare all’impazzata se si rimane bloccati
sull’isola dalla marea. Qualcuno verrà a soccorrerti, prima o poi!
Facciamo una corsa fino alla sommita' dell'isola e il panorama e' nuovamente
spettacolare. Le nuvole sono completamente scomparse (per fortuna) e c'e' un
sole splendido: i plumbei colori di poco fa si sono accesi in uno spettacolare
verde dell'erba, costellata di colorati fiori, e in un azzurro accecante del
cielo. Lu si mette a fare un pisolino accanto agli zaini. Lo si dirige alla
punta dell'isola. C'e' da attraversare uno spettacolare arco di pietra (foto) e
da sopra l'arco si vede una verticale scogliera a picco sull'Oceano (foto). In
punta all'isola c'e' una piattaforma aerea dove alcuni turisti fanno una foto a
Lo (foto). Dicono che talvolta si vedono addirittura le foche (ma veramente?) e
che una volta si sono anche viste le balene! Lu cerca di rilassarsi, ma Lo
continua a romperle le scatole con le radio: il posto e' veramente spettacolare
e le radio funzionano alla grande (accidenti!). Lo torna da Lu, la quale non si
era minimamente accorta che c'era una foca proprio ai suoi piedi, sotto alla
scogliera dove lei dormiva. La grande emula di Darwin si merita una sonora
presa in giro quando azzarda l'ipotesi che potrebbe trattarsi di un cane!!!
Effettivamente ha la testa a forma di cane, molto diversa dalle due foche della
mattina, ma naturalmente si tratta solo di una foca di modello diverso! Si
torna sulla terraferma facendo un lungo giro sui fondali marini, dove Lu cerca
di riaggiustare la sua immagine di naturalista studiando con cura un paio di
granchi (foto) che "stanno combattendo o facendo l'amore", afferma
decisa, come se le due cose si equivalessero totalmente. Sulla terraferma
decidiamo di andare a vedere le lagune salmastre sulla parte nord della
penisola e poi partire presto per tornare a Oxford evitando il temibile
traffico del rientro. Dopo un giro su una stradina con cartello che avvisa che
potrebbe essere inondata dall'alta marea, ci fermiamo a mangiare in mezzo ad
una palude capeggiata sempre da enormi cartelli che dicono che questo era un
poligono militare e che quindi non bisogna toccare nulla. La palude salmastra
non dice proprio nulla: e' una palude («Ma come, ci saranno salicornie e
sarcocornie a go-go e tu dici che è “solo una palude”?»). Inoltre
il mare e' praticamente scomparso a causa della bassa marea, lasciando le
barche completamente a secco (foto). Ci si ferma ad una sgualfissima osteria di
uno squallidissimo villaggio vicino alla palude, dove un ciccionissimo oste mescola
a Lu un intruglio disgustoso di latte in polvere e caffe' istantaneo, in mezzo
ad una penetrante puzza di fish and chips fritte. L'atmosfera e' molto allegra
e familiare e gli avventori discutono animatamente in un'idioma assolutamente
incomprensibile. Lu fa anche una foto, con l'oste che saluta affacciato alla
sua temibile osteria! E' proprio ora di tornare indietro, peccato!