Lu & Lo in Salento
Pedalata nel sud del sud.
5-10 Gennaio 2009
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Viaggio di nozze un po' strano per Lu e Lo: decidono improvvisamente
di visitare il Salento in bicicletta. Detto, fatto: si parte con la
macchinina di Lu stracolma di bici borse sacchi a pelo tenda
ecc. Siccome ci fermiamo a pranzo a Francavilla dai genitori di Lu (un
pesce al pomodoro che avrebbe risvegliato un morto!), arriviamo tardi
al sud. Decidiamo di dormire al "Frantoio", un agriturismo di
superlusso fuori Ostuni, dove Pasquale e Kina avevano fatto il loro
viaggio di nozze. Che male c'e' a copiare?!? Il posto e' spettacolare:
e' un'antichissima masseria circondata da uliveti con ulivi millenari
enormi, tutti contorti. Lasciata la roba, ci dirigiamo a Ostuni a
comprare i pantaloni da bici per Lo e il faretto da notte per Lu. Il
signor Enzo (l'unico ciclista della zona) e' molto affabile e ci
racconta con orgoglio di aver sponsorizzato il viaggio di una coppia
che vuole arrivare in Spagna con la bici e tre cani al seguito!
Peccato che ci rifili una sola incredibile perche' il costoso faretto
di Lu si rompe dopo due giorni nel mezzo di un tratto di strada
trafficatissimo e i pantaloni di Lo sono foderati in confortevole
carta-vetrata. I tempi al sud sono molto dilatati e ci mettiamo un'ora
dal signor Enzo ed altri dieci minuti ad acquistare una semplicissima
chiave a brugola. Decidiamo di mangiare all'agriturismo, visto che la
nostra stanza e' fornita di una bellissima cucina con mattoni a vista,
che e' il sogno di Lu. La gentilissima signora dell'agriturismo ci ha
perfino detto che non dovremo lavare i piatti noi! Peccato che Lu
abbia comprato ad Ostuni la cosiddetta "ricotta forte": sembra un
distillato concentrato di pecora e un semplice assaggio le lascia in
bocca con lo stesso retrogusto che se avesse leccato un gregge
intero. Sistemiamo in fretta le bici e andiamo a letto con le
galline. L'indomani ci attende la prima erculea fatica del giro:
riuscire a demolire la ricchissima colazione con 4 marmellate
casereccie, biscottini ripieni, ciambelle, pane casereccio, latte,
the', ecc. L'atmosfera e' molto curata e siamo gli unici ospiti di
tutta la struttura. Peccato che il CD si sia incantato e ci tocca
ascoltare la canzone "besame mucho" finche' ci si squagliano le
orecchie per la melensaggine! Accanto al nostro tavolo c'e' un
presepio con i famosi pastori di cartapesta. La giovane ragazza
responsabile ci fa fare un giro turistico della struttura, partendo
dalla cantina dove c'erano le antiche macine. Ci mettiamo mezz'ora
solo per entrare, visto che la serratura del 500 e' un pochino umorale
e funziona solo talvolta. Le macine inizialmente erano mosse con gli
animali e poi "recentemente" (a fine 1800!) era stato messo un
motore. Dopo aver visitato l'agrumeto e il giardino, entriamo nella
casa, dove le stanze per gli ospiti sono circondate da antiche
memorabilie, libri, cappelli a cilindro, abiti da sposa del 700, foto
di famiglia color seppia. E' ora di partire. La pedalata in mezzo agli
ulivi millenari e' molto piacevole. Lo prova ad assaggiare un'oliva,
ma sono terribili, come fa l'olio d'oliva ad essere cosi' buono?!
Vediamo diverse modalita' di raccolta: con dei rastrelli, con le
scope, con le reti e addirittura con delle specie di aspirapolveri. I
raccoglitori di olive ci guardano passare stupiti e alcuni ci salutano
con calore. Incontriamo due ciclisti (uno tatticissimo, l'altro
completamente basito) che tornano dopo un lungo giro su strada con le
bici con il marchio Longo del signor Enzo. Ci indicano una strada poco
trafficata con cui possiamo arrivare alla prima tappa. Lungo la strada
vediamo un agglomerato di trulli bellissimi, e Lu subito propone una
pausa foto, Lo una pausa panettone. La prima tappa e' Ceglie
Messapica, paese famoso per i biscotti ceglini (Lo decide che verra' a
vivere qui). Entrati a Ceglie troviamo due macchine con altoparlanti
che si inseguono nel caos del traffico nelle strette stradine e la
cacofonia raggiunge livelli incredibili. Per fortuna perdiamo presto
la macchina che annuncia il presepio vivente, ma la macchina che
annuncia le modalita' della raccolta differenziata ci perseguita:
sembra lo faccia a posta a seguirci e purtroppo diventiamo degli
esperti nelle modalita' della raccolta rifiuti. La guida della
previdente Lu suggerisce di andare ad acquistare i biscotti al Bar
Centrale, e il signore del bar e' orgogliosissimo quando Lu gli mostra
il suo bar menzionato nella guida. Ci offre un liquore a base di
arancia e uova dolcissimo e squisito. Poi ci fa assaggiare una fetta
di una torta tipica e un altro liquore a base di cioccolato: insomma
ci fa un sacco di feste! E' tutto buonissimo, ma Lo e' impaziente di
provare i biscotti! Acquistiamo un vassoio di biscotti e ci facciamo
anche mettere un generoso pezzo di torta, perche' e' veramente
ottima. Il signore non vuole farsi pagare per i liquori, che diamine:
era per festeggiare! I pugliesi sono un popolo molto accogliente. Si
riparte verso Oria, un borgo medievale molto bello ancora recintato
dalle antiche mura. Entriamo attraverso il quartiere ebraico e Lu,
detta anche il "gps vivente" guida decisa, cosi' ci troviamo a
trascinare le bici stracariche su per gradini ripidissimi! Il pranzo a
base di biscotti (spettacolari, ma forse un epsilon troppo dolci) e
torta si svolge su un terrazzamento che domina la pianura
sottostante. In lontananza si intuisce il mare. Purtroppo lo strano
castello a pianta triangolare e' chiuso, cosi' come pure la chiesa
madre, dove pare siano conservate le mummie degli antichi vescovi. Lo
non puo' fare a meno di immaginarsi la mummia di don Arrigo conservata
per i prossimi millenni nella cripta del duomo di Ivrea, che buffo!
Sotto consiglio del signore dei biscotti, ci dirigiamo a Erchie. Il
consiglio e' buono, anche se il paesino e' bruttissimo e ricorda molto
la periferia di Citta' del Messico, pero' e' molto vivo e nella piazza
ci sono migliaia di persone che passeggiano godendosi il freschetto
della sera (pinguini svolazzanti e orsi polari in caccia). Il
consiglio era di vedere l'acqua di Santa Lucia: una stretta scaletta
dentro la omonima chiesa porta ad una immensa grotta sotterranea, dove
dalla parete sgorga una sorgente fresca. Dei tubetti di rame portano
l'acqua fino ai fedeli che evidentemente ci si aspergono ("non
potabile" avvisano i cartelli). Una signora annoiata vende bottigline
di acqua di santa Lucia dentro la chiesa. Molto suggestivo. Usciti
dalla chiesa, ci attende uno spettacolo di altri tempi: un carrettino
d'oro con una statua di Gesu' bambino, trascinato da un minuscolo
cavallino nero tutto agghindato e' preceduto da una torma di bambini
che cantano. Il prete (molto giovane) con la tonaca e il mantello nero
e' circondato da una schiera di chirichetti e intona i canti. Si
tratta della processione della befana! E' molto carina e sentita:
tutto il paese e' nella piazza a godersela. Un vecchietto si avvicina
e attacca discorso. E' un marinaio che ha girato il mondo ed afferma
convinto che lo Ionio e' il mare piu' bello del mondo (a parte forse
il mar Rosso). E' convinto che il Tirreno inizi in Toscana, ma
quell'asina di Lu insiste che tale mare arriva addirittura fino alla
Calabria. L'antico marinaio ci tiene ad offrirci qualcosa al bar dal
suo amico barista, ma nessuno di noi due vuole qualcosa e lui quasi si
offende! Lu prende un bicchiere d'acqua sotto il suo sguardo
sdegnato. Addirittura ci offre la sua casa al mare per andare a
dormire: che incredibile ospitalita'! Si riprende a pedalare verso
sud, ma non riusciamo a trovare la stradina secondaria e ci tocca
pedalare al buio su una strada di servizio a fianco di una superstrada
completamente deserta. Si arriva a Manduria, la terra del famoso
primitivo, ottimo vino come scopriremo presto. Stanchi morti ci
avviamo alla ricerca dell'ufficio del turismo. Lu dice "e' aperto,
questo si' che e' un paese civile!". I signori gentilissimi (anche
loro fin troppo!) ci danno i numeri dei bed and breakfast, ma
aggiungono "Signora, siete fortunata a trovarci, oggi e' festivo e
l'ufficio e' chiuso, eravamo venuti qui solo per rilassarci!" (Ti pare
che l'ufficio del turismo debba aprire nei giorni festivi? Che razza
di idea!) In ogni caso, l'obiettivo e' raggiunto e abbiamo un b&b
proprio sulla piazza principale: e' gestito da un improbabile
ex-sommergibilista di Teramo, molto simpatico anche se, con orrore di
Lu, ci confessa che l'indomani andra' a caccia. Il b&b era la casa
dell'antica nonna. Possiamo mettere le bici in balcone, cosi' non
dobbiamo neanche legarle. Mentre ci sistemiamo nella stanza, si sente
una strana cacofonia dalla strada: ci affacciamo, ed ecco che spuntano
i re magi. Mica sono tre! E' un tripudio di re magi che riempiono
l'intera strada con i loro coloratissimi mantelli e vestiti
dorati. Che allegria queste processioni! Ci dirigiamo verso una
trattoria dove pasteggiamo con il famoso Primitivo accompagnato dalle
orecchiette al cacio ricotta. Lo e' un po' risentito perche' a casa Lu
odia il suo piatto forte, pasta con la ricotta, mentre qui le sceglie
a colpo sicuro: evidentemente basta dire "cacio ricotta". La cena e'
molto buona, ma ad un certo punto Lo collassa, e Lu lo deve trascinare
al b&b. La mattina dopo si parte alla ricerca della zona archeologica
delle mura messapiche. Dopo aver setacciato la citta', le troviamo
solo usando la bussola (niente cartelli stradali qui?). La porta e'
chiusa, ma Lu telefona al numero li' scritto e fa una lavata di capo
al responsabile. Come per incanto tutte le porte si aprono e possiamo
visitare la magnifica e antichissima chiesetta di San Pietro
Mandurino, costruita usando come cripta un antichissima tomba
ellenica. Appena dietro intravediamo le antica colossali mura
messapiche e le tombe dei messapi. Lu sostiene che erano molto piu'
bassi di noi, ma Lo la smentisce stendendosi dentro ad una. Essendo
scavate nella roccia, e' chiaro che non abbondassero con le misure! La
giovanissima ragazza che ci viene ad aprire e' molto simpatica e si
scusa ripetutamente per l'assenza di cartelli chiari. E' compito del
comune e sembra che abbia combattuto una strenua battaglia senza
esito: la testa del sindaco pare sia della stessa consistenza dei
monoliti dei Messapi. Riprendiamo la pedalata verso sud ("Lu, ma non
doveva essere tutto in piano il Salento? Da dove sbucano tutte queste
salite!??"). Il mare e' una delusione fortissima. Ovunque ci sono
casette e interi paesi deserti costruiti direttamente sulle
spiagge. Il tutto abbondantemente cosparso in maniera uniforme di
spazzatura abbandonata ovunque, anche in mezzo alle strade. Dal numero
di gabinetti abbandonati, desumiamo che per i pugliesi oltre alla
carta igienica, anche la tazza del water va gettata dopo essere stata
usata! Le uniche forme di vita sono i cani randagi che grattano nella
spazzatura e le rarissime macchine che ci sfiorano passando ai 200
Km/h. Che desolazione! Sembra il post-olocausto nucleare. In tutta la
riviera sud non c'e' nessun tratto maggiore di qualche centinaio di
metri che non sia costellato di casette, anche dentro le riserve
naturali che attraversiamo... Che peccato. Ci fermiamo a mangiare il
fantastico panettone bauli che ci eravamo portati da Pavia nell'unico
tratto di costa preservato (neanche 1 km) perche' non c'e' la strada,
ma solo un sentierino ben tenuto, anche se pieno di spazzatura. Poco
prima di Gallipoli avvistiamo un breve tratto di costa ancora ben
tenuto, con cartelli di divieto ovunque, meno male! Purtroppo non ci
possiamo fermare perche' ci aspetta Adriana, amica d'infanzia di Lu, a
Casarano nell'interno: non c'e' neanche tempo per visitare
Gallipoli. Dopo una pedalata al buio, dove Lu tiene una media dei 140
Km/h per il terrore (mai sopito) degli stupratori, ladri, assassini e
squilibrati, si arriva a Casarano. Lo e' ridotto all'ombra di se
stesso per l'impresa. Adriana vive con Leris in una graziosa casetta
nuovissima dove non c'e' un angolo retto! Alle pareti sono appesi
centinaia di quadri: Leris possiede un negozio di quadri e
cornici. Vedendone cosi' tanti affiancati, ci si rende conto che la
scelta della cornice di un quadro e' molto importante. Il colore e la
fattura devono riprendere (oppure contrastare) con quelli del
quadro. La scelta della cornice adatta e' effettivamente una forma
d'arte a se' (anche se di solito non si nota mai). Adriana e'
ospitalissima e ci prepara un'ottima pasta al forno, inorridita dalla
nostra regola dei "cinque minuti", cioe', se un piatto richiede piu'
di 5 minuti di preparazione, allora non va cucinato. La compagnia e'
molto gradevole e trascorriamo una bella serata. Dormiamo in un
magnifico soppalco che Leris ha costruito lui stesso per quando le sue
figlie lo vengono a trovare. Che dormita! La mattina si prosegue lungo
il mare, ma lo spettacolo migliora solo di poco rispetto al giorno
prima. A Santa Maria di Leuca ci fermiamo per la foto di rito al faro,
accanto all'enorme santuario dove finisce il famoso acquedotto di
Puglia. Ecco dove inizia l'Italia!!! Ora bisogna pedalare verso nord,
e la costa cambia completamente per fortuna. Non ci sono piu' case (a
parte un installazione militare irta di radar) e la solitaria stradina
si dipana in mezzo a spettacolari scogliere a picco sul mare che
andiamo ad esplorare a turno tenendoci in contatto via radio. Che
spettacolo!! Il gps segna 120m di altitudine e siamo a poche decine di
metri dal mare. Vorremmo fermarci a dormire su una scogliera, ma e'
difficile trovare un posto in piano per la tenda e la fortissima
umidita' ci fa desistere: una pausa di 15 minuti rende le nostre bici
completamente marce. Pedaliamo fino ad un paesino sperdutissimo dove
telefoniamo ad un agriturismo di cui troviamo il numero su un cartello
sulla strada. E' un posto sperdutissimo in aperta campagna
magnifico. Mentre torniamo dallo spaccio dove abbiamo fatto la spesa,
vediamo un incendio immane: un immenso deposito di balle di fieno ha
preso fuoco. Lu pensa che il contadino non abbia pagato il pizzo, ma
il signore dell'agriturismo dice che li' da loro non si usa (la sacra
corona unita e' stata debellata tempo fa dalle loro zone), ed e' piu'
probabile che siano stati dei ragazzini, oppure una vendetta di
qualche tipo. Uno scherzo che costera' un 20000 euro di fieno al
povero contadino, la cui moglie alza disperate maledizioni dalla
veranda di casa sua. Ci cuciniamo un magnifico piattaccio di
orecchiette pugliesi all'orzo nella verandina e mangiamo i biscotti
secchissimi di cacao e mandorle. FANTASTICI! L'agriturismo guadagna
milioni di punti quando a colazione vengono serviti gli stessi
biscotti. Lo ne mangia a crepapanza. Anche qui la signora ha preparato
delle buonissime marmellate fatte in casa. Partiamo per un giro
nell'interno e visitiamo dei bellissimi paesini sperduti. Vediamo uno
strano monumento, il "centopietre", che e' una bassa antichissima
costruzione fatta con enormi pietroni (anche nel tetto). Dentro e'
coperta di bellissimi resti di affreschi bizantini. E' spettacolare,
ma completamente abbandonata alla merce' di tutti. Sugli affreschi
l'umidita' condensa in enormi gocce che colano a terra, alimentando
una ricca flora di muffe. Proseguiamo la pedalata costeggiando un
improbabile castello stile legoland che spunta in mezzo agli ulivi e
non si capisce da dove venga fuori. Purtroppo, tornando verso il mare,
inizia a piovere forte. Lu tira fuori la sua attrezzatura spettacolare
da palombaro ed e' in grado di resistere ad uno tsunami. Lo non aveva
preventivato tale evento (visto che siamo nella regione piu' arida
d'Italia dopo tutto, e visto che aveva preparato tutto il materiale
per il giro in meno di mezz'ora a Ivrea) e si bagna come un granchio
dei fondali. Ciononostante la pedalata e' molto gradevole e si snoda
in stradine deserte e tortuose che costeggiano le scogliere a picco,
dove il mare in tempesta si frange con spruzzi altissimi. E' il posto
ideale per il cicloturismo, che contrasto con la costa ionica! Ci
fermiamo a mangiare i biscotti fantastici (di cui il previdente Lo ha
fatto enormi scorte che vengono pero' rapidamente demolite) sotto la
tettoia di un rarissimo bar chiuso. Dinnanzi a noi una spettacolare
scogliera dove le onde fanno spruzzi alti anche 5-6 metri. Che
spettacolo! Che buoni i biscotti! Arriviamo in serata a Otranto, dopo
piu' di 6 ore di pedalata nella pioggia battente. Purtroppo
attraversiamo al buio la zona del promontorio che deve essere
desolatissima e bellissima. Vediamo solo le luci dell'aereoporto
militare. Lo accusa la fatica e inizia la muta, crescendo un paio di
branchie e due comode pinne caudali. In citta' abbiamo delle serie
difficolta' a trovare una sistemazione perche' tutti i b&b e l'ufficio
turistico sono chiusi. Ormai siamo in bassissima stagione! Per fortuna
alla fine troviamo il b&b del signor Sandro che e' un simpaticissimo
giovane panciuto che fa un gran casino, ma alla fine ci fa sentire
proprio a casa. La stanza e' dipinta di arancione e azzurro con una
altissima volta a botte. Lo sviene sul letto per il contrasto di
colori (o forse per la stanchezza?) Sotto consiglio del signor Sandro
ci dirigiamo ad una pizzeria lungo i bastioni del castello, dove ci
rifocilliamo abbondantemente. Lu trascina Lo in una passeggiatina per
smaltire l'untissima pizza che si e' accollata, e cosi' Lo si bagna
l'ultimo paio di pantaloni asciutti! La notte piove fortissimo, ma per
fortuna il mattino dopo ha smesso e possiamo visitare Otranto con
calma. La citta' e' antichissima e molto carina. Il castello purtroppo
e' chiuso ma visitiamo i bastioni e il monumentale fossato, dove non
ci sono piu' coccodrilli, ma si puo' passeggiare tranquillamente
nanificati al confronto con i titanici bastioni. Dentro al duomo ci
sono degli antichissimi mosaici dell'anno mille, che raffigurano
figurine naive molto molto belle. Le scritte nei mosaici sono tutte
irregolari, con lettere di dimensioni diverse. Chiaramente e' un
effetto voluto, ma non si capisce perche'. La cripta ha dei capitelli
bellissimi con mostri e signori baffuti che Lu definisce turchi,
chissa' perche'. Ricorda molto la cripta della magnifica chiesa di San
Michele a Pavia. Recuperiamo le bici dal gioviale Sandro e ripartiamo
verso nord. Usciti dalla citta' imbocchiamo una pista ciclabile
segnalata in maniera molto evidente: "che bello, hanno pensato anche
ai cicloturisti". Ci aspettiamo di pedalare lungo il mare senza
macchine. In realta' attraversiamo una squallida campagna su una
strada completamente allagata. Dopo svariati chilometri la pista
ciclabile e' interrotta da un campo da golf e continua dalla parte
opposta. Tentiamo di aggirare il campo scavalcando un muretto e
riempiendoci di fango dalla testa ai piedi (povere bici!), ma non c'e'
verso: bisogna tornare indietro. Visto che sta iniziando nuovamente a
piovere e che la bici e' una crosta unica di fango, Lu decide che e'
il momento adatto per bucare la ruota posteriore! La riparazione e'
quasi istantanea, sotto la minaccia di burrasca, ma alla fine ci
ritroviamo quasi al punto di partenza, alle porte di Otranto con
ancora solo due ore di luce e sotto una pioggia battente che non da'
segni di smettere. Decidiamo a malincuore di gettare la spugna, basta
pioggia!! Ci dirigiamo verso la stazione di Otranto dove prendiamo un
treno verso Ostuni e la macchina... Peccato, ma si tornera' presto:
ora abbiamo capito dove andare: la costa ovest e l'interno del
Leccese!