Luelo attraversano la Sardegna in bici!
26 Aprile-2 Maggio 2008
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Elenco completo dell'attrezzatura
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Lu e Lo hanno deciso di fare una vacanza in bici in Norvegia, e quale
posto migliore della Sardegna per provare l'attrezzatura?! Si
organizza rapidamente e presto ci si incontra a Genova: Lu arriva da
L'Aquila in bus/treno e Lo (piu' agevolmente) da Pavia. Si corre al
porto, perche' c'e' pochissimo tempo e in un attimo siamo gia' sul
traghetto. Lu purtroppo non ha fatto in tempo a lasciare (come da
programma) al deposito bagagli lo zaino e gli scarponi e tocchera' a
Lo trasportarle gli scarponi legati sul portapacchi anteriore!! Questo
rende ancora piu' pittoresca la sua bicicletta gia' abbondantemente
flamboiant. La nave e' bellissima e ci godiamo un magnifico tramonto
telefonando al povero dottore che doveva venire con noi, ma e' rimasto
a casa per una spalla lussata. Lo si stende sulle poltrone e ronfa
sonoramente, mentre Lu, spossata dal viaggio infinito, riesce
addirittura a dormire un'ora intera! A Porto Torres pausa sul molo per
razionalizzare il bagaglio, ma veniamo prontamente cacciati: vietato
sostare li'. Tappa di trasferimento fino a Oristano, inframezzata dal
primo intervento oftalmologico per Lu. Pare, infatti, che abbia delle
calamite per insetti negli occhi e, se c'e' un moschino nel raggio di
un paio di chilometri, questo debba necessariamente finirle nel bulbo
oculare. Lo, alla fine del viaggio, avra' accumulato abbastanza
esperienza per aprire una clinica oculistica specializzata. Anche
lungo questa statale a grande scorrimento la Sardegna e' molto bella,
in piena primavera con fiori e pecore dapertutto. Ci si ferma da un
simpatico benzinaio a mettere benzina nel fornello, sotto gli occhi
divertiti di un automobilista che chiede "che ci state a fare qui?" Ad
Alghero, c'e' l'ormai tradizionale picnic sulle imponenti mura
spagnole, guardando dall'alto la scogliera e mangiando le fantastiche
seadas, i dolci fatti di ricotta. Lu guadagna 1000 punti-paradiso
cedendo l'ultima a Lo!! Si parte per l'Alghero-Bosa, una bellissima
strada costiera che 4 anni fa ci aveva massacrato per il troppo
vento. Oggi, invece, ce la gustiamo tutta senza problemi: la strada e'
molto stretta e poco trafficata (tranne per i maledettissimi
motociclisti, gli scoppiasse 'na rota in curva ai 90 all'ora). La
pedalata e' molto gradevole osservando gli strapiombi sul mare da una
parte, e i fiori e i rapaci dall'altra, ma all'ultima salita la fatica
si fa sentire e ci si ferma a mangiare le provvidenziali banane che la
previdente Lu aveva acquistato: che invenzione meravigliosa. La crema
solare inizia a scorrere a fiumi, Lu sembra abbia i calzettoni rossi,
visto che i pantaloncini da bici le bloccano l'abbronzatura a meta'
coscia!! Una lunghissima e graditissima discesa ci porta fino a
Bosa. Lu ha inaugurato la sua bellissima bici nuova e vorrebbe fare
altri 10 km e 300m di dislivello per arrivare ad un agriturismo ancora
piu' a sud. Lo muore al solo pensiero e rinviene solo grazie al B&B
della signora Madalena che per fortuna ha ancora una stanza libera a
pochi passi dal centro di Bosa. Un bagno bollente rimette a nuovo il
malandato Lo, e via fino alla pizzeria consigliata dalla
signora. Peccato che si dimentichino di fare la pizza per Lo che deve
quindi assistere sconsolato al luculliano pasto di Lu (pasta-cozze e
frittura di pesci), sgranocchiando una gamba del tavolo per placare i
morsi della fame! Finalmente arriva anche la pizza di Lo, che la
aspira da una narice perche' non ha piu' la forza di masticare. La
mattina dopo ci aspetta una colazione infinita. La signora ha una
graditissima (quanto improbabile) teoria secondo cui i ciccioni sono
tutti e soli quelli che saltano la colazione. Le spolveriamo tutto
(biscottoni, marmellata fatta in casa, brioche, pane artigianale,
biscotti integrali, grancereali, nutella), mentre lei ci descrive gli
enormi problemi che sta avendo Soru, il presidente della Sardegna, che
ha fatto il decreto "salvacoste" per evitare la speculazione
edilizia. Speriamo che non glielo facciano rimangiare, le coste solo
cosi' belle in Sardegna! Partiamo di buona lena, cercando per quanto
possibile di mantenerci sulla costa. Ci si ferma per pausa-gelato in
un buffo baretto a Sennariolo che ha una enorme macina di pietra per
tavolino. Un cavallo occhieggia da dietro un muro dipinto con un
murales che descrive proverbi sardi. Anche se il traffico e'
ridottissimo, scendendo da Cuglieri decidiamo, su suggerimento di Lu,
di prendere delle strade super-secondarie (che si riveleranno anche
non asfaltate!) Ottima scelta! Ben presto ci troviamo perduti in
viottolini in mezzo al nulla accompagnati solo dalle pecore. Ci si
ferma a mangiare in faccia ad una scogliera verticale a picco sul
mare: il panorama e' spettacolare e il gps segna ben 54m sul livello
del mare. Lu e Lo si concedono un ottimo picnic a base di pane e
pomodori. Lu si fa un pisolo sul telo termico di Lo, e quindi si
abbrustolisce delicatamente (meno male che non mancano i cespugli di
rosmarino per insaporirla ben bene). Lo, invece, scala la scogliera e
va a fare un giro nella spiaggia di levigati ciottoli li'
sotto. Peccato che ha lasciato il costume sulla bici e quindi gli
tocchera' fare il bagno nudo come un verme, ma tanto non c'e'
nessuno. Si procede fino alla magnifica spiaggia di Is Arenas, ma ci
sono troppi campeggi e non riusciamo a capire come si arriva fino in
spiaggia. Decidiamo quindi di proseguire lungo la strada fino allo
stagno di Benas. Fermiamo una macchina per chiedere indicazioni, ma ci
rispondono in Australiano! Si chiarisce l'equivoco: l'australiano e'
il cugino di una graziosa sarda che aveva deciso che noi sicuramente
eravamo stranieri e quindi aveva fatto parlare lui! La macchina e'
piena di vocianti allegri ragazzi che tornano dal mare e lei ci da'
qualche buon consiglio sui posti da vedere. Lu decide di togliersi gli
occhiali da sole e riesce ad ottenere un insetto in un occhio in soli
40m di strada: un vero record! Dovrebbe affittare i suoi occhi a un
entomologo, e' un ottimo strumento per fare campionamenti di
popolazione. Ci fermiamo ad una stalla a chiedere l'acqua per
l'ennesimo intervento oftalmologico. Il contadino mostra orgoglioso le
sue enormi mucche e si lamenta sonoramente del sistema delle quote
latte: dice che lui potrebbe riempire le sue quote in una sola mattina
di mungitura! Ce l'ha con il governo e dice che non chiede certo
assistenzialismo, ma di poter lavorare con dignita' con quello che sa
fare. Lo annuisce comprensivo: a chi lo dice!! Si riparte verso lo
stagno di Is Benas, che e' chiuso da un cancello, ma dice il contadino
delle mucche che e' abusivo e comunque non ci sono problemi se
passiamo con le bici. Dopo aver girato un po' lungo la brughiera ci
troviamo su una bellissima scogliera. Lu e' gia' in modalita'
stupratori/ladri/assassini e guarda con sospetto un signore che si
aggira con un fardello sottobraccio: che sia un cadavere smembrato? Lo
si avvicina e fa amicizia. E' un simpatico bird-watcher con il fedele
giubbotto sottobraccio. Lu entra in sollucchero mentre quello
snocciola dati avicoli. Lo si appisola al diciassettesimo capitolo
dell'enciclopedia dei migratori. Li' vicino c'e' una antichissima
torre di avvistamento e si decide di dormire li', nascosti in un
boschetto. Una fantastica pastaccia al ragu' star (un'istituzione nei
viaggi luelo) e poi dritti nei sacchi a pelo, guardando le numerose
stelle sopra di noi. La mattina si decide di fare il bagno nella
magnifica scogliera sotto la torre. Lo riesce a infilare l'unghia del
mignolino del piede sinistro per doversi poi ritrarre completamente
surgelato. Lu invece sguazza allegramente per una mezz'oretta e riesce
perfino ad usare la maschera da sub che Lo si e' portato dietro. Che
le leggi della termodinamica non si applichino a lei? Lo si gode il
sole dagli scogli. Piu' tardi si prosegue la sterrata fino al paesino
li' vicino e troviamo delle magnifiche spiagge con pochissime
persone. Ci si ferma a Putzu Idu per un fantastico gelato
cioccolato-arancio e per comprare i pomodori. Ci fermiamo a mangiare
un po' piu' avanti, nuovamente in mezzo al nulla: un'altra altissima
scogliera con rocce strapiombanti, dove bisogna scalare per
scendere. Nuovamente Lu si fa un pisolino, mentre Lo scala fino al
mare, e stavolta si ricorda anche di prendere il costume! Andando
verso Oristano, si fa volentieri una lunga deviazione fino al mare
dove, come ci aveva promesso la sarda col cugino australiano, veniamo
accolti da una incredibile spiaggia di quarzo bianco. Decidiamo di
proseguire e di provare anche la successiva deviazione per il mare, ma
le nostre scadentissime cartine ci giocano un bel tiro: dopo un giro
di 15km, ci troviamo ad una spiaggia a 300 metri di distanza dalla
precedente!!! Comunque ne e' valsa la pena, perche' le spiagge sono
bellissime e completamente deserte, fatto salvo per un paio di camper
tedeschi (uno dei quali e' in assetto da attraversamento
Sahara!). Proseguiamo verso sud su una sterrata che non appare in
nessuna cartina, e ci fermiamo dietro una serie di dune in faccia al
bellissimo mare. Spingiamo faticosamente la bici sulla sabbia fino
alla spiaggia. Una nuvola di zanzare si viene a posare gioiosa sul
nostro accampamento (il tradizionale telone verde posato sulla
sabbia). Lu, ottimista e sicura di se', "Non ti preoccupare, sulla
battigia le zanzare non vanno mai, fidati di me che vado al mare da
sempre". Infatti, mentre cuciniamo una pastaccia con i piedi
praticamente nel mare, veniamo spolpati con gusto da quelle ignoranti
zanzare che evidentemente non conoscevano la regola della battigia. Il
posto e' talmente bello e la pasta talmente buona che le ignoriamo e
ci spolveriamo la cena con gusto! La notte e' un po' agitata a causa
delle zanzare che riescono ripetutamente a infilarsi pure nei sacchi a
pelo, ma il rumore della risacca e' talmente rilassante che Lu riesce
a dormire perfino una decina di minuti! Invece, Lo usa il tubo della
maschera (che per il gelo del mare sarebbe stato inutilizzato
altrimenti) per sigillarsi nel sacco a pelo e ronfare
tranquillamente. Viene solo risvegliato dalle belluine urla di Lu: si
sta per mettere a piovere, viene l'alluvione, la catastrofe,
cataclisma, calamita', diluvio universale! Lo monta rapidissimamente
la tenda mentre cadono le prime gocce. Naturalmente, appena la tenda
e' pronta e tutto e' sistemato a dovere, la pioggia cessa come per
magia e accade un'alba fantastica! Lo sguscia dalla tenda e si gode i
primi raggi del sole con un'ultima ronfata. Si prosegue verso sud,
sperando che la sterrata porti fino a Tharros, antica citta'
fenicia. Cosi' e', e visitiamo la zona archeologica, dove Lu incontra
una sua collega di dottorato. Suo marito confessa che ci aveva
scambiato per tedeschi, visti i nostri eccentrici mezzi di locomozione
e abbigliamento. Lu e Lo si accodano ad una gita scolastica per
scroccare le spiegazioni della guida, ma la verve di quest'ultima e'
tale che Lo entra in coma depasse' da noia e Lu deve improvvisare una
rianimazione cardio-polmonare. Certo che i Fenici si erano scelti un
bellissimo posto! Scogliere, brughiere, stagni e spiagge. Chissa'
perche' la citta' moderna di Oristano e' molto distante da qui. A
Oristano ci si ferma a fare un picnic nella piazza principale e poi si
prosegue verso sud. Lu decide un'arbitraria deviazione di 10km per
evitare 1 km di strada statale. Lo si deve piegare a questa
stakanovista del pedale e ci addentriamo nel nulla, sotto allo sguardo
divertito di un contadino alla guida del suo trattore. In realta' Lu
ha avuto un'ottima idea, in quanto ci troviamo a costeggiare un
bellissimo stagno salmastro(?) pieno di animali, tra cui i
fenicotteri rosa, cavalieri d'italia, aironi, garzette e pinguini
svolazzanti. Il binocolo che Lo ha oculatamente portato con se' cambia
mano in continuazione. Telefona Andrea per proporre una gita di sci
alpinismo(!!) a Lo: che buffo pensare che nelle alpi c'e' un sacco di
neve qui siamo praticamente in piena estate! Si procede fino ad
Arborea dove capiamo perche' il latte in Sardegna si chiama sempre
cosi': ci saranno milioni di mucche e stalle. Il paese sembra uscito
dall'Argentina: basse casette sparse e cortili fangosi. Nella piana di
Arborea c'e' una rete incredibili di piste ciclabili bellissime, con
tanto di segnaletica orizzontale e verticale. Roba cosi' si era vista
solo in Germania e ce le godiamo per un bel po' di
chilometri. Seguendo la cartina di Lu, che promette un ponte, ci
spingiamo fino a Marceddi', e ci troviamo davanti ad uno spettacolo
imprevisto: sembra improvvisamente di essere catapultati nella
brughiera scozzese intorno a qualche Loch! Prati verdissimi con bassi
cespugli sparsi digradano dolcemente verso questo enorme
lago/fiordo. In lontananza si scorgono delle verdi montagne dalle
forme stranissime! Dove pippetta siamo finiti?!? Il paese e' perso in
mezzo al nulla, ma per fortuna il ponte c'e'. Attraversiamo e ci
dirigiamo verso la localita' dal suggestivo nome di "torre dei
Corsari"! Chissa' che tesori e galeoni troveremo. In realta' si
rivelera' un posto turistico, ma dove per fortuna la speculazione
edilizia e' stata tenuta a freno: si tratta di una distesa di case
vacanza, ma tutte nascoste tra gli alberi e ben distanziate. Un
bell'esempio di turismo sostenibile. Ci fermiamo in un fantastico B&B
dove si puo' mangiare su un balconcino che domina la baia di fronte a
noi. Una doccia bollente ci rimette in sesto. Il letto ha un buffo
baldacchino fatto di zanzariera e Lu, provata dalla nottata
precedente, si preoccupa vistosamente, ma inutilmente per fortuna:
niente zanzare (o quasi). La cena, cucinata nel bel giardinetto, e'
una fantastica pastaccia al pesto, anzi un pesto con qualche
maccherone dentro, proprio come piace a Lu! A letto prestissimo per
una solennissima dormita. La mattina dopo facciamo conoscenza di una
simpatica coppia che viene ("purtroppo" dice lui) da Arcore. Lui e' un
bird watcher e ci fa provare orgoglioso il binocolo swaroski che e' il
sogno di Lu. Lu lo interroga sul meraviglioso rapace che avevamo visto
la sera prima negli ultimi tornanti prima del paese, ma non si riesce
a capire cosa fosse, se uno struzzo o un pinguino disorientato. La
colazione e' sul balconcino che guarda al mare, e, anche se non c'e'
il bendidio della signora di Bosa, il fantastico panorama che si apre
sotto di noi compensa abbondantemente. Si procede con calma verso sud
e facciamo una deviazione verso la marina di Arbus. Anche qui la carta
promette strade sterrate, ma vista la precedente esperienza non ci
facciamo scoraggiare e veniamo abbondantemente premiati da posti
bellissimi e completamente desolati. Ad un certo punto la strada
finisce e ci tocca fare un paio di guadi con la bicicletta per
procedere sullo sterrato. Lu guarda atterrita Lo che, pur avendo la
sua fedelissima mountain bike, quasi finisce con la faccia a mollo nel
fango!! Lo, cavallerescamente, decide di fare lui il guado per Lu, e
riesce nella difficile impresa (considerato che la bici di Lu ha le
ruote del 28) di farle finire la catena nell'acqua! Bisogna fermarsi
una decina di minuti a farla asciugare. Ci supera un SUV da cui una
distinta signora milanese ci guarda impettita e sigillata nella sua
aria condizionata! Non si sa se e' stato piu' forte il compatimento
della signora verso di noi o il nostro verso di lei, ingessata dentro
quel catafalco di automobile. Ad ogni buon conto, le auguriamo che le
si spezzi un semiasse o il monoblocco del motore. Di li' a poco
usciamo nella spiaggia del rio Piscinas, dove c'e' un discreto albergo
nel mezzo del nulla piu' assoluto. Spingiamo le bici sulla spiaggia e
facciamo un bel picnic spalmando il pesto avanzato sui tarallini:
sicuramente i signori sulla spiaggia ci avranno preso per crucchi
ignoranti! Per procedere bisogna rientrare verso l'interno e inizia
una serie infinita di salite sotto un sole cocente in mezzo ad antiche
miniere abbandonate. Lo termalizza a 12000 gradi centigradi e l'arrivo
dell'asfalto non migliora la situazione. Lu, immune alla seconda legge
della termodinamica, non sente neanche caldo. Lo si deve fermare
ripetutamente a far svaporare il radiatore, immergendo il suo buffo
cappello anti-sole nel torrente che scorre li' vicino. Il sudore
scorre a ettolitri ed e' costretto a sigillare le sue borse. Lu non
essuda neanche un picolitro!!! Ma come fa?!?! Finalmente arriviamo al
passo Bidderdi (quasi 500m) e possiamo scendere! Si ritorna verso il
mare e ci fermiamo per una pausa tecnica a Buggerru. Lo entra in un
supermercato, compra un litro di sugo di ananas e se lo scola di un
fiato. Lu si gusta un ottimo gelato. Troviamo anche degli ottimi dolci
e il mitico pane alla ricotta, dove nell'impasto si mette anche la
ricotta: una delicatezza sopraffina. Le ragazze del supermercato sono
molto simpatiche e vorrebbero farci comprare tutti i loro dolcetti: ci
tratteniamo a malincuore. Anche se la zona e' bellissima (scogliere a
picco e pinete su dune che degradano verso il mare), il paese e' di
una bruttezza stucchevole, e decidiamo di proseguire. La pedalata
serale e' molto gradevole e rilassante e Lo si riprende dall'incubo
del pomeriggio. Ci si ferma a Cala Domestica. Il posto e'
completamente perso nel nulla e Lu inizia a vedere ovunque i
tradizionali maniaci/stupratori/assassini. In realta', la spiaggia si
rivela essere piena di camper e tende di gente che fa campeggio libero
e Lu si tranquillizza a vista d'occhio. Arriva pure un gruppo di sardi
con tenda e gruppo elettrogeno per fare andare la loro chitarra
elettrica!! Per fortuna si limiteranno a quattro strimpellate e non ci
tocchera' sorbire il concerto di Trash Metal che gia' temevamo!!! Lu
fa amicizia con Chiara, una ragazza di Perugia molto interessante che
viaggia da sola con la tenda e ci racconta dei suoi viaggi da sola in
giro per il mondo. Ci raccomanda vivamente la Colombia che le e'
piaciuta moltissimo, e ascolta interessata del giro in sudamerica di
Lo. Lei e' veramente molto gentile e ci invita a condividere la sua
ottima carne di pecora che sta grigliando su un barbecue
portatile. Noi le offriamo la pastaccia al tradizionale ragu' e i
dolcetti che avevamo preso a Buggerru... La cena e' molto allegra e
chiacchieriamo spensierati: lei vuole andare a visitare la riserva di
Lu per trovare le penne dei rapaci. Chiede curiosa del gatto di
Schroedinger e Lo deve improvvisare una spiegazione su uno dei
fenomeni piu' astrusi della meccanica quantistica! Il mattino dopo non
si riesce a fare il bagno perche' l'acqua e' troppo fredda, ma il
posto e' meraviglioso. La pedalata e' di nuovo faticosa per via di una
ripidissima salita (ma non eravamo venuti in Sardegna per evitare i
dislivelli?!?) Purtroppo la discesa e' praticamente verticale e tutto
lo sforzo della salita viene rapidamente vanificato, anche se Lo si
prende la soddisfazione di spingere la sua bici fino oltre i 70 km/h
sotto lo sguardo terrorizzato di Lu che prontamente estrae un
cucchiaino per raccoglierne i resti. Effettivamente con la bici cosi'
carica i freni non vanno un granche'!! Facciamo una deviazione fino a
Masua che Andrea ci aveva promesso essere il posto piu' bello della
Sardegna. Effettivamente, e' bellissimo, ma siccome oggi e' il primo
maggio ci saranno 12000 persone sulla spiaggia e un traffico infernale
sulla microscopica stradina. Decidiamo quindi di proseguire. Peccato
che l'enorme complesso minerario nella caletta non sia
visitabile... Proseguiamo per spettacolari strade secondarie fino alla
spiaggia di Fontanamare. Si e' alzato un vento teso fortissimo e il
mare e' zigzagato da windsurf e kite-surf. Il parcheggio della
spiaggia e' fitto di un mondetto di surfisti austriaci/tedeschi molto
pittoreschi. Ci si ferma per il tradizionale picnic sulla spiaggia,
guardando le incredibili evoluzioni dei surfisti. Quelli con i kites
vincono senza dubbio: il loro sport e' molto piu' elegante e, anche se
sono piu' lenti dei windsurfisti, riescono a fare spettacolari salti
di parecchi metri con una naturalezza invidiabile. Un orgoglioso
kitista pelato, ci mostra come, tirando una leva, si riesce a
sollevare sulla spiaggia di parecchi metri per poi atterrare poco piu'
in la' "e' come un ascensore!" ci grida estasiato. L'entusiasmo e
l'adrenalina sono veramente contagiosi e Lu e Lo si innamorano
vistosamente di questo elegantissimo sport. Si procede (per fortuna
con il vento a favore!) verso sud con sosta-gelato a Portoscuso, una
cittadina industriale, dominata da enormi stabilimenti con
torreggianti ciminiere. Quindi in Italia esiste ancora l'industria
pesante! A fianco delle case popolari c'e' un campetto da calcio su
cui occhieggia un cartello che dice che esso e' un dono della fabbrica
di alluminio. Il gelato sul porto e' buonissimo e Lu si scofana il
gelato seguito a ruota da un enorme frappe' da venti litri. Dopo aver
fatto scorta di acqua alla capitaneria (sara' potabile?) proseguiamo
verso sud. A Bruncu Teula prendiamo una strada sterrata che segue la
linea di costa attraversando numerose pinete che digradano sul
mare. Di fronte, poco distante, c'e' l'isola di S. Antioco. Seguendo
una stradina secondaria che parte da una stradina secondaria, ci
troviamo in mezzo ad una pineta in mezzo al nulla. Ottimo posto per
passare la notte e ci gustiamo fagioli e chili guardando il tramonto
sull'isola di S. Antioco di fronte a noi. Il giorno dopo ci si sveglia
di buon'ora per una volta: ci attende una lunga tappa di trasferimento
fino a Cagliari. Purtroppo parecchi chilometri dopo Carbonia la strada
diventa inaspettatamente a 4 corsie (maledette cartine: la segnavano
come secondaria). Per fortuna una delle corsie e' chiusa al traffico
per lavori e possiamo procedere fino al primo svincolo dove svicoliamo
verso Iglesias: ci tocchera' fare un bel po' di chilometri in piu', ma
la pedalata nella piana di Iglesias e' molto piacevole, anche se siamo
veramente immersi nel nulla. Peccato che don Arrigo non e' piu' il
vescovo di Iglesias, altrimenti potevamo andare a farci offrire i
pasticcini (o forse no, visto lo stato pietoso in cui ormai siamo!) A
Villamassargia pausa pranzo, dove si ripete la scena del sugo di
frutta scolato di un fiato. Il posto e' abbastanza rustico e in breve
diventiamo l'attrazione principale del paese, mentre ci gustiamo il
picnic acquistato al forno del paese. La strada e' ora piu'
tranquilla, ma a Cagliari ci attende una sgradevolissima sorpresa. Non
c'e' verso di entrare in citta' in bici: ci sono solo
autostrade/superstrade. Chiediamo sgomenti informazioni ad una
autoctona che ci dice che a Cagliari nessuno va in giro in bici. Dopo
aver girato come asini, ci troviamo dalle parti dell'aereoporto dove
rimorchiamo un cicloturista olandese appena sbarcato dall'aereo che
anche lui non sa come entrare in citta' (anche se lui ha una cartina
molto migliore delle pietosissime nostre). Passiamo davanti ad un
monastero in una locazione piuttosto improbabile, tra concessionarie
BMW, aereoporto e zona industriale. Una suora gentilissima ci spiega
come arrivare in citta' passando per infami stradine sterrate quasi
impraticabili. Va perfino a chiamare una sua consorella che parla
tedesco per confortare il cicloturista olandese, che ormai avra'
raggiunto la conclusione che gli italiani sono completamente
matti. Anche noi siamo del medesimo avviso: come si fa a vivere in una
citta' da cui non si puo' uscire/entrare in bicicletta?! Finalmente
arriviamo in centro citta' e Lu, molto gentile, si affanna a spiegare
all'olandese tutti i posti che abbiamo visto. Lo, piu' proficuamente,
va all'ufficio informazioni e chiede dove trovare un buon forno per i
dolcetti sardi. Il forno si rivela purtroppo chiuso, ma di fronte c'e'
una gelateria a cui bisognerebbe assegnare una medaglia d'oro al
valore civile. Lo si gusta il gelato migliore mai avuto,
cioccolato-extradark e pere-noci!! Lu non e' da meno ed esce con una
torre di gelato, per leccare la quale ha bisogno di piccozze e viti da
ghiaccio! Al porto stanno imbarcando delle antichissime Bugatti che
hanno fatto il giro della Sardegna. Chissa' quanto darebbe zio Michele
per essere qui. Lo si chiede se sia piu' scomoda la sua
attrezzatissima bicicletta o le spartanissime Bugatti da competizione
1920. Il gps e' fermo su 514 km, superaction! Il traghetto e' molto
piu' spartano dell'andata, ma ora abbiamo una fantastica cabina! Ci
accomiatiamo dalla Sardegna con un'ottima focaccia sgranocchiata sul
ponte di poppa, mentre ci allontaniamo da Cagliari. A presto!