Lo in Scotland
27-31 Maggio 2013
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Lo va in Scozia ad un congresso! Il congresso e' organizzato da Matteo
e dalla spumeggiante Sabrina, siciliana ormai all'estero (Finlandia,
poi UK) da moltissimi anni. Lo le aveva dovuto fornire tutte le sue
misure, con la promessa che avrebbe trovato ad attenderlo un kilt
della misura giusta, cosa succedera'? Si arriva al minuscolo
aereoporto di Inverness. Lo, che e' stato in viaggio sin dalla
mattina, non ne puo' piu' di stare seduto in mezzo alla folla vociante
e decide di andare a piedi fino al paesino di Ardesier, poco distante,
dove ha prenotato il B&B. Il tempo sembra buono e Lo si arrischia
fiducioso: infatti, appena fatto il primo Km inizia a piovere. A
Boston c'era il detto: "Non ti piace il clima? Aspetta 10
minuti". Mentre a Boston era un'esagerazione, qui invece e'
sorprendentemente accurato. Ogni 10 minuti il clima cambia
completamente: pioggiacaldoventosolenuvolofreddo senza soluzione di
continuita'. Il viaggio e' stato talmente pesante che Lo preferisce di
gran lunga camminare nella leggera pioggia piuttosto che tornare
all'aereoporto. La strada e' spettacolare: una strada costiera che
costeggia il canale di Caledonia, che inizia qui, prosegue dopo
Inverness diventando il famoso Loch Ness e poi finisce dall'altra
parte della Scozia. Pare che si possano vedere anche i delfini che
amano mangiare il salmone qui, ma Lo non li vede, peccato. La gente
qui e' molto easy-going, flemmatica e simpatica. Passa una macchina
dorata rombando, si ferma e torna indietro. Strano, pensa Lo mentre si
avvicina, perche' si e' fermata in mezzo alla desolazione piu' totale?
L'autoctono gli rivolge la parola in un idioma semi-incomprensibile
che potrebbe (forse) passare per inglese: egli ha visto Lo arrancare
con la sua fedele valigia lungo la strada sotto la pioggia e gli offre
un passaggio! Lo declina, sperando che egli non si offenda, ma la
passeggiata e' veramente gradevole e la pioggia e' terminata con un
grandioso arcobaleno che si estende completo da parte a parte. Si
arriva al B&B dove la signora gentile lo accoglie, ma Lo non ancora
pago, molla la valigia e si precipita fuori. Un cartone di succo di
mela, un pacco di muffins unti e una pera al supermercato (le uniche
tre cose commestibili) e poi via lungo la spiaggia! Si arriva fino ad
un antico forte militare con tanto di mota dove forse un tempo
nuotavano i coccodrilli. Chiaramente difendeva l'ingresso del canale e
la citta' di Inverness qualche km piu' a monte. Il forte e' ancora
usato! Cartelli militari ovunque segnalano che se ci sono bandiere o
luci rosse, non bisogna avventurarsi nella brughiera perche' sono in
atto delle esercitazioni militari con "munizioni vere" e con "agguati
simulati". Il forte domina il canale, ma anche da qui niente delfini e
niente foche, peccato. Lo torna al B&B e collassa. Il giorno dopo
sveglia all'alba (il sole tramonta alle 22 e sorge alle 4:20, ma il
crepuscolo dura praticamente tutta la notte). Dopo l'abbondante
colazione della gioviale signora, si parte alla volta di Inverness sul
modernissimo bus locale. In citta' bisogna subito andare al negozio di
roba sportiva. I locali sono molto gentili e un simpatico vecchietto
ciccione (chiaramente un volontario pensionato) gli fa attraversare la
strada assieme ai bimbi che vanno a scuola: "un po' cresciuto per
andare alle elementari!", il vecchietto apostrofa Lo (almeno, questo
e' quello che Lo pensa di capire). Al negozio Lo si acquisterebbe
tutto, ma ha spazio in valigia solo per il sacco a pelo per Lu. Ce ne
sono di bellissimi, ma alla fine optiamo per quello supertermico,
tanto Lu e' a suo agio solo alla temperatura del nucleo di una
supernova. Lo non resiste a comprarsi un paio di cose anche per lui,
ma deve scappare prima che finisca tutto. Chiara, con cui Lo aveva un
mezzo appuntamento, non si fa viva e Lo si dirige alla stazione, dove
a poco a poco iniziano a convergere gli altri conferenzieri. Arrivano
i pulmini e si parte verso il nord: il congresso e' al castello di
Wick (Ackergill tower) nella punta estrema nord della Scozia, che
quindi attraversiamo in larga parte con i pulmini. Il panorama e'
molto bello. Aiuta il fatto che maggio e' il momento migliore per
visitare la Scozia e c'e' un bel sole, fa addirittura caldo! Passiamo
accanto ad un'enorme insenatura dove rimettono a posto piattaforme
petrolifere. Ce ne sono due che vengono restaurate per essere portate
alle isole Falklands, ci informa l'autista. Ci dice anche che spesso
le foche prendono il sole sulla spiaggia che costeggia la strada, ma
non ne vediamo neanche una. Molti prati verdissimi, molte pecore e
mucche di tutti i colori (alcune pelose come yak), molti cespugli
giallissimi, le scogliere a picco sull'oceano blu e le nuvole
bianco-grigie che corrono veloci in quota in un cielo
azzurrissimo. Fiancheggiano la strada alcune montagne consumatissime:
sono tutte arrotondate e ormai quasi appiattite, come enormi massi
smussati dai ghiacciai. Paola afferma che la Scozia e' il luogo piu'
antico geologicamente di tutta l'Europa. In piu' di due ore di viaggio
incrociamo due minuscoli villaggetti e molte case sparse nel mezzo del
nulla. "Cosa fanno qui le persone?", chiediamo stupiti: certo non
possono mica solo occuparsi delle pecore?! "Niente" ci risponde il
tassista divertito: sono quasi tutti pensionati... Boh! Arriviamo a
Wick, finalmente una cittadina, ma non ci si ferma, il castello e'
molto fuori: l'unica struttura su un lunghissimo tratto di costa tra
spiaggia e scogli. Un posto mozzafiato e una struttura elegantissima
che risale al 1400. E' stato trasformato in albergo a 5 stelle e dice
Sabrina che ha speso 275 sterline al giorno a persona. Considerato che
e' una tariffa forfettaria per tutti i pazzi fisici, diciamo che
navigheremo nel lusso per una volta. Lo non e' mai stato in un posto
cosi' lussuoso, ma e' talmente lussuoso che non da' neanche fastidio,
e' oltre. La sua stanza e' una stanza della torre a cui si puo'
accedere solo con una strettissima scala a chiocciola, ma la stanza e'
enorme con un bagno spettacolare. Tutto il mobilio e' antico con vari
accessori stranissimi. In un angolo riposano dei microscopici stivali
da cavallerizzo pieni di legno. Sul camino ci sono libri antichi e
l'unica concessione alla modernita' e' una televisione grande come un
campo da tennis. Comunque tutto e' studiato con molta attenzione e
molto gusto. La finestra si affaccia su un infinito prato all'inglese
che sembra una copia del tavolo da biliardo del pianterreno. Lo riesce
a fare una passeggiata sulla spiaggia con un po' di persone, ma il
vento gelido spinge tutti a rientrare velocemente. Rimangono solo Lo e
Dagmar, ma anche lei ad un certo punto decide di tornare indietro.
Inizia la prima sessione della conferenza, ma la sera c'e' la
conference dinner. Per l'occasione, tutti i conferenzieri maschi (per
una volta, grazie alla presenza di Sabrina tra gli organizzatori,
molti dei conferenzieri sono donne!) hanno a disposizione un kilt. Non
vengono fornite pero' istruzioni per indossarlo e Lo e Shash (il suo
vicino di stanza) cercano di arrangiarsi guardando una foto di Sean
Connery in kilt che Sabrina ci aveva mandato per illustrare il
concetto di kilt! Anche le misure lasciano un po' a
desiderare. L'abbondante Shash e' stato fornito di una cintura di
lunghezza sufficiente a circondare il globo all'altezza dell'equatore
e nonostante la sua considerevole stazza, non riesce a indossarla. A
Lo manca la camicia e le scarpe sono un po' abbondanti: i suoi piedi
sguazzano e lui teme di rotolare rovinosamente giu' per la scala a
chiocciola. Nonostante tutto siamo ottimisti che possiamo cavarcela in
questa situazione complicata, come siamo abituati a fare sempre nel
nostro lavoro. Il risultato e', come prevedibile, disastroso. Lo
scende tutto orgoglioso alla welcome reception solo per scoprire che
ovviamente aveva messo il kilt al contrario. C'e' la moglie scozzese
di un conferenziere irlandese che scuote la testa sconsolata. Si offre
di aiutare Lo a sistemare il pasticcio: prima si informa se ha messo
il kilt secondo il costume scozzese (Lo e' perplesso, allora lei si
sbilancia un po' di piu': "ce le hai le mutande?"), una volta
rassicurata che le mutande ci sono (a strisce), lei con una
(evidentemente ben collaudata) abile manovra sfila la cintura e il
kilt di Lo, che rimane in mutande come un ebete davanti a tutta la
servitu' che si sta spanciando di risate. Per fortuna gli altri
conferenzieri sono ancora nelle loro stanze a combattere contro la
improbabile tenuta che bisogna indossare stasera. Il kilt e' messo
correttamente, i calzettoni sono anche corretti (il pugnale per
uccidere gli odiati inglesi deve spuntare dal calzettone destro!),
cosi' come la complicatissima allacciatura delle scarpe. Ora si' che
Lo e' un vero scozzese! Piano piano si riempie la sala, ed e'
buffissimo vedere i pazzi fisici teorici che appaiono vestiti in
gonnellino. Fa pero' ancora piu' effetto vedere le fisiche teoriche
vestite in tiro! Alcune sono assolutamente irriconoscibili. Certo
questo non e' lo stile delle tipiche conferenze in fisica! La serata
inizia con un brindisi con lo champagne, e prosegue nella imperial
room, dove verra' servita la cena. Entriamo in solenne parata,
preceduti da un suonatore di cornamusa che ci stordisce tutti con il
suo rumorosissimo strumento, evidentemente piu' adatto alla sconfinata
brughiera che ad un'affollata sala festosa. Lo conta 9 (nove!) posate
e una foresta di bicchieri. Probabilmente possiede meno chiavi inglesi
in tutta la sua (pur fornitissima) cassetta degli attrezzi. Si scatena
un feroce dibattito tra i fisici: come va rotta la simmetria? Bisogna
prendere il bicchiere di destra o quello di sinistra? E il piattino
per il pane quale e'? Alla fine si scopre che va preso il piattino di
sinistra e il bicchiere di destra, studiando le condizioni al contorno
e gli effetti di bordo (cioe' vedendo come e' apparecchiata la tavola
per il buon Vittorio che e' il primo della fila). Si passa poi a
disquisire su come e' possibile andare al bagno vestiti in tale
improbabile tenuta, ma non c'e' consenso generale, anche se
consultiamo con cura le donne presenti: si conclude che e' meglio
spogliarsi completamente per evitare guai... Entrano due cuochi con
una portantina carica di un indefinibile animale intero: sembrano
entrati direttamente da un fumetto di Asterix o da un quadro di
Bruegel. Portano orgogliosissimi in parata il loro ben-di-dio, ma poi
devono fare marcia indietro con estrema attenzione quando arrivano
all'angolo del tavolo, perche' non ci passano. Appare un gioviale
autoctono con il naso rosso di whisky che declama (in dialetto locale)
una poesia alla enorme salsiccia, grossa come un cuscino, che e' il
gustoso piatto locale. Dice che e' una poesia antichissima e che
nessuno (neanche il suonatore di cornamuse) e' ormai in grado di
capire cosa voglia dire. Ciononostante si diverte un sacco a
declamarla con enorme enfasi. Poi il rito dell'uccisione della
salsiccia: il giovanissimo figlio di Gerardo viene selezionato e deve
accoltellare la salsiccia ripetutamente con un pugnale, con enorme
violenza: si diverte un sacco incitato da tutti i conferenzieri. Si
mangia soprattutto carne, accompagnata da carne, con contorno di carne
e seguita da carne con finale di carne. La povera Roberta,
vegetariana, ci guarda sconsolata al di sopra di un piattino di tristi
verdurine bollite. Il vino (sia bianco che rosso) e' un sangiovese
dalla Toscana. Sembra molto buono, ma inganna, perche' la mattina dopo
se ne risente pesantemente. Finita la lunghissima, rumorossissima e
allegrissima cena, ci si trasferisce nel "soggiorno" dove il gioviale
autoctono inizia a raccontare storie truculente di fantasmi alla luce
delle candele. Si vede che non sono truculente abbastanza perche' Lo
si addormenta clamorosamente per la stanchezza e sente una parola si'
e 230 no. Il giorno dopo, il buon Vittorio e' il primo oratore e ha
un'idea geniale: nella sua stanza ha trovato una spada e l'ha portata
da usare come puntatore per il suo seminario. Diventa immediatamente
il puntatore ufficiale della conferenza, e tutti cerchiamo di evitare
di sederci in prima fila per il terrore che un oratore un po'
esagitato possa mozzarci un naso o un orecchio nella foga della
presentazione. Dopo la conferenza, Lo si diverte a esplorare il
castello. Trova la scaletta che porta fino alla torre, da cui c'e' un
panorama splendido tra i merli e le torrette. In lontananza si vede un
faro e i ruderi di un altro castello, ma a parte poche case, la costa
e' praticamente disabitata. Neanche da qui si vedono le foche o i
delfini, peccato. Una lunghissima passeggiata sulla spiaggia serve a
mandare giu' i pesantissimi e buonissimi pasti che ci ingozzano
ripetutamente. Strano, non sembra neanche di essere in Inghilterra
(infatti, siamo in Scozia, come direbbe Bill: guai a confonderle!!) Il
castello e' pieno di animali impagliati, e le riviste sparse sul
tavolo del soggiorno e le cartuccere all'ingresso accanto agli
stivaloni fanno capire che anche ora e' usato come base per battute di
caccia. Gli animali del castello pero' sono certamente esotici: una
tigre, un orso, un cervo, un muflone, un coccodrillo, un canguro (??),
delle corna larghe 2 metri di una supermucca, un falco, e c'e' perfino
una capra mannara: un ungulato con degli improbabili canini che
spuntano dalla bocca. Ci confessa un ragazzo che lavora li' che si
tratta di un cervo nano cinese a cui hanno aggiunto i denti (un ospite
cinese del castello l'aveva riconosciuto, ma era rimasto un po'
perplesso per la presenza dei denti). Tutti questi animali fanno molta
tristezza, meno male che risalgono tutti ad almeno 100 anni fa. Il
giorno dopo tocca a Lo fare il suo seminario, e decide di farlo con il
kilt! La mattina chiede alla signora che gestisce il castello se puo'
riavere il suo kilt, che ora puo' indossare con molta destrezza. Al
posto del pugnale, nel calzettone si infila, piu' appropriatamente, la
matita. Il seminario in kilt con puntatore-sciabola e' probabilmente
unico nella storia dei congressi in fisica, chissa se questo ha
aiutato i conferenzieri a seguire il seminario con piu' attenzione?!
Speriamo! La sera c'e' il barbeque. Non e' spettacolare come quello di
Vincent, ma ci si avvicina, anche se mescolare carne (salsiccia di
cervo, pollo arrosto e ottimi hamburgers) con il pesce (un ottimo
salmone pescato li' di fronte) e' decisamente strano e gli italiani si
riconoscono perche' tentano disperatamente di tenere i sapori
separati. Il tutto va annaffiato con stagionatissimo whisky. Ci fanno
assaggiare una delicatezza: whisky aromatizzato con miele, ma non
riusciamo a capire se e' veramente una cosa tipica, oppure e' solo un
modo per rendere bevibile questa immonda bevanda per i (delicati)
palati dei turisti? Anche il panorama merita: il barbeque e' fatto di
fronte al mare sul prato che affaccia sulla scogliera. Poi si va a
mangiare dentro un edificio che e' stato restaurato per rappresentare
una bettola di pescatori, con tanto di statua di un pirata in un
angolo accanto al pianoforte a coda. La sera successiva invece accade
il falo': ci avviamo lungo la spiaggia al tramonto (bisogna quindi
aspettare le 22) e ci dirigiamo verso un enorme fuoco, mentre il
suonatore di cornamusa passeggia suonando sulla spiaggia infuocata da
un incredibile e lunghissimo tramonto talmente arancione che se fosse
dipinto in un quadro, risulterebbe estremamente kitsch! L'effetto e'
notevole e fa molta atmosfera. Lo approfitta degli stivaloni forniti
dal castello per addentrarsi tra gli scogli e dentro il mare del
nord. Anche stasera Lo ha messo il kilt, ed e' curioso di provare come
funziona con il freddo. Curiosita' che gli costa carissimo: non
funziona affatto, lo spiffero si sente con il gelido vento del nord e
Lo si congela il fondoschiena delicatamente. Al fuoco di bivacco e'
stato invitato uno storico locale che ci racconta la storia del
castello e della Scozia, dove si combattevano battaglie in
continuazione, truculenti guerre tra 200 (!!) persone. Ma sembra che
tutte le guerre venissero sempre costantemente perse, unico tratto in
comune tra tutti gli episodi. Non paghi del falo' annaffiato da
abbondanti libagioni con whisky stagionato, i castellani ci dedicano i
fuochi d'artificio sulla spiaggia. Piano piano il fuoco inizia a
spegnersi e i conferenzieri stanchi tornano a letto. Il giorno
successivo la conferenza finisce e veniamo accompagnati a Inverness,
nuovamente un viaggio incredibile nella brughiera scozzese. Lo, Chiara
e il buon Vittorio fanno una passeggiata per la citta' e scovano il
mostro di Loch Ness (un tronco fantasiosamente dipinto) che occhieggia
in un parco cittadino. Chiudono ufficialmente il viaggio in un pub
locale con una terrificante cena anglosassone: Lo si asfalta
definitivamente l'intestino con una immangiabile beef pie che sembrava
appetitosa nella foto. Che conferenza incredibile! Arrivederci
Scozia.